Il progetto C(’)entro anch’io - Centro per le famiglie - finanziato dalla Regione Lombardia tramite il
Fondo per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri rivolto ai residenti
dell’ambito di Bergamo – con capofila l’Ambito territoriale di Bergamo, nello specifico il Comune di
Bergamo, vede tra i suoi collaboratori di progetto Cooperativa Ruah.
Il Centro per le famiglie Rita Gay del Comune di Bergamo, che accoglie al suo interno il progetto
C(‘)Entro Anch’io, ha letto nel tempo la necessità di intercettare e accogliere le neomamme e le
famiglie con background migratorio, spesso distanti dai servizi territoriali come quelli che offrono
sostegno alla genitorialità.
Grazie alla presenza della mediazione interculturale della Coop. Ruah, spazi come “Mamme in
Cerchio”, gruppo di incontri per neomamme, attivato da anni dal Centro per le famiglie Rita Gay, si
sono trasformate in spazi interculturali, dove condividere esperienze e tradizioni da tutto il
mondo: una ninna nanna cinese, una filastrocca in bergamasco, una canzone araba.
Il Centro famiglie Rita Gay, nel corso di quest’anno, ha individuato la necessità di garantire alle
famiglie un accesso ancora più concreto ed equo ai servizi; si è deciso così con Coop. Ruah, nello
specifico la Scuola Ataya, di offrire un servizio trasversale, riconosciuto e valorizzato da tutte le
culture: un corso di lingua italiana come luogo privilegiato di apprendimento e socializzazione.
I CORSI DI ITALIANO ALL’HUB FOR KIDS
I corsi, attivati presso gli accoglienti spazi dell’Hub for Kids del Comune di Bergamo e collocato in
via Serassi, offrono un ambiente formativo e relazionale, supportato da un servizio di spazio bimbi
che consente anche ai genitori con figli 0–3 anni di partecipare, superando così una delle barriere
più comuni per le famiglie migranti, spesso prive del supporto della rete familiare in Italia.
Gli obiettivi principali sono:
● Lingua per la quotidianità: imparare a comunicare con scuola, medici, servizi pubblici.
● Lingua per la relazione: ascoltare, raccontarsi, creare legami.
● Connessione con il territorio: uscite, eventi, condivisione.
● Integrazione con altri servizi: grazie alla presenza delle mediatrici e di un’educatrice del C(‘)Entro
Anch’io, il corso diventa ponte verso le attività del Centro Famiglia.
● Uno spazio dedicato alle neomamme, in cui possano ritrovare tempo per sé, migliorare le
proprie competenze linguistiche e sentirsi accolte nel Paese dove stanno crescendo i propri figli.
I numeri raccolti nei primi giorni confermano che la direzione è quella giusta: le iscrizioni sono
state numerose, segno che un corso di lingua gratuito e accessibile è un servizio necessario. In una
sola settimana sono state raccolte 33 iscrizioni (27 donne e 6 uomini), di cui il 70% è disoccupato o inoccupato. Le nazionalità rappresentate sono 12: Bangladesh, Brasile, Cina, Congo, Costa
d’Avorio, El Salvador, Filippine, Marocco, Nepal, Nigeria, Pakistan, Perù. Sono stati quindi attivati 3
corsi di italiano di base, di cui uno dedicato a donne analfabete anche nella loro lingua madre.
Accogliere famiglie con background migratorio richiede tempo, ascolto e la volontà di mettersi in
gioco. Significa anche ripensare i servizi esistenti, adattarli, renderli inclusivi ed interculturali. È
proprio questo il lavoro paziente e continuo che il Centro Famiglia Rita Gay, con il suo progetto
C(‘)Entro Anch’io, Scuola Ataya e Cooperativa Ruah stanno costruendo insieme e in rete con i
servizi del territorio, oltre che con gli altri collaboratori del progetto, un passo alla volta.